lunedì 3 agosto 2009

Contributo di vigilanza: senza MAV aumentano i costi






Newsletter Anno VII - n°320 - 3 Agosto 2009



Cari Colleghi,
pagare il tributo sulla vigilanza dovuto all’Isvap continua ad essere un’impresa. Il versamento imposto agli iscritti del Registro Unico degli Intermediari di assicurazione e riassicurazione e ai Periti, quale contributo annuale di vigilanza, continua a far penare gli stessi contribuenti.

L’importo è dovuto in forza dell’articolo 336 del DLgs 209/2005, istitutivo del Codice delle assicurazioni, il quale ha fissato, oltre le somme massime, anche la scadenza del 31 luglio di ogni anno per il versamento. Al Ministero dello Sviluppo Economico resta la decretazione degli importi esigibili, sentito l'Isvap, in modo da assicurare la copertura finanziaria degli oneri di vigilanza sugli intermediari.

Il Decreto MiSE del 18/6/2009, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 30/6/2009, ha determinato la misura dovuta dagli iscritti al 30 maggio 2009 in sezione A (operativi e non): euro 63 per le persone fisiche; euro 292 per le Società.

L’Isvap però, ritiene di non farsi carico delle operazioni d’incasso, e stabilisce di espletare una gara d’appalto per il servizio di riscossione volontaria del contributo di vigilanza degli intermediari di assicurazione e riassicurazione e dei periti assicurativi. Riscossione che in precedenza era affidata alla Società Gerit.

Il capitolato d’appalto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel mese di maggio, fissava in tre anni (2009-2010-2011) la durata della riscossione e articolava i potenziali debitori in circa 44 mila intermediari di assicurazione e riassicurazione e circa 6.500 periti assicurativi, per un totale nel triennio di circa 152 mila posizioni, pari un ammontare annuale complessivo di contributi da riscuotere stimato in 9 milioni di euro, pari a un totale nel triennio di circa 27 milioni.

A contendersi l’appalto tre imprese. Espletate le operazioni di gara, terminate con l’aggiudicazione il 13 luglio scorso, vincitrice è risultata la Italriscossioni srl, per aver offerto 163.180 euro (Iva esclusa) per tutto il triennio contrattuale. A questo punto Italriscossioni ha il compito di: a) produrre il primo avviso di pagamento da inviare a tutti i soggetti debitori con allegato il modello MAV; b) produrre sollecito da inviare a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno ai soggetti che non hanno aderito al primo invito; c) rendicontare, anche con digitalizzazione in formato PDF, le ricevute di ritorno o le raccomandate di sollecito.

Ma alla scadenza prevista dal Codice delle assicurazioni, il 31 luglio, dei MAV - che sarebbero dovuti arrivare al domicilio degli intermediari - neanche l’ombra. Intanto sul sito internet della Italriscossioni appare un avviso ai contribuenti: “I servizi informativi e di pagamento relativi al Contributo di Vigilanza Isvap sono già disponibili; per il Mav saranno disponibili lunedì 3 Agosto. Per maggiori informazioni inviare una e-mail a infoisvap@italriscossioni.it”.

A questo punto il Presidente del Sindacato Nazionale Agenti di assicurazione, Giovanni Metti, prende carta e penna per denunciare all’indirizzo dell’Isvap che sussistono oggettive difficoltà per gli Agenti di assicurazione ad ottemperare – entro il termine del 31 luglio 2009 – al pagamento del contributo, poiché non risultano pervenuti i bollettini Mav da parte della Società Italriscossioni Srl, e che pertanto non potranno imputarsi agli Agenti ritardi nel versamento.

I più maliziosi sostengono che tutto ciò faccia gioco facile per la società di riscossione, anzi una semplice fonte di guadagno, legato alla possibilità di far crescere i versamenti mezzo carta di credito. Infatti, per il caso di versamento con modello Mav, presso le banche convenzionate, non sono previsti ulteriori oneri a carico del debitore. Al contrario, nel caso di versamento tramite transazione elettronica con carta di credito sono previste commissioni di servizio, nonché di e-commerce, che per il versamento dei debitori società, corrisponde a un importo aggiuntivo di 6,86 euro, facendo lievitare il totale dovuto a 298,86 euro. Citando l’Onorevole Andreotti… “a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.

Ma per vedere confermata questa maliziosa ipotesi si dovrà attendere l’esito dei dati percentuali che la Italriscossioni si è impegnata a fornire all’Isvap al termine del procedimento, e raffrontarli con quelli dello scorso anno, che segnavano transazioni elettroniche web limitate al 3,4% circa del totale dei pagamenti registrati.

Ma gli intermediari iniziano a chiedersi: perché l’Isvap debba utilizzare risorse economiche per affidare all’esterno il compito di incassare un contributo che dovrà essere poi trasferito e accertato dai suoi servizi interni? Non sono pochi poi, gli intermediari che iniziano a mettere in discussione l’importo complessivo stimato di 9 milioni di euro annui, chiedendosi inoltre, se tutta questa massa di risorse siano effettivamente utili alla loro vigilanza o forse utilizzati anche negli altri servizi.

Cordiali saluti.

Paolo Bullegas

1 commento:

Matte ha detto...

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