lunedì 25 febbraio 2008

Forum della distribuzione assicurativa Road-Show 2008








Newsletter Anno VI° - n°08 - 25 Febbraio 2008 *


Cari Colleghi,
parte da Vicenza un Forum itinerante dal titolo:

INCONTRO-CONFRONTO: IL MESE DEL PLURIMANDATO SCENARI ED OPPORTUNITÀ

organizzato dalla rivista Assicura dell’Editore Edipi, in partnership con il Comitato di Redazione del Sindacato Nazionale Agenti di assicurazione (SNA) e la Società di consulenza IAMA Consulting. La principale finalità dell’iniziativa è quella di fornire agli intermediari, sul loro territorio, spunti di crescita professionale declinati sull’analisi dell’evoluzione del sistema dell’intermediazione nel nostro Paese. In altri termini, si intende favorire un approfondimento dei modelli e delle modalità distributive professionali, dopo le recenti normative che abolendo le clausole di esclusiva agenziale, aprono l’intermediazione all’offerta in plurimandato.

Con il format del “Road-Show”, il Forum della distribuzione assicurativa toccherà sei città, normalmente lontane dalle solite rotte convegnistiche in materia assicurativa, in modo che il maggior numero di colleghi possano prendervi parte senza sottoporsi a lunghi spostamenti: prima tappa Vicenza il 29 febbraio per poi proseguire a Palermo il 7 marzo, Firenze 14 marzo, Oristano 28 marzo, Torino il 4 aprile e per terminare a Barletta l’11 aprile. Le giornate di studio avranno inizio alle ore 09,15 e termineranno alle 17,30 circa.

Il programma prevede il saluto del Coordinatore Regionale Sna, poi l’introduzione della giornata sarà affidata a Enea Dallaglio ed Alina Fantozzi della società di consulenza Iama Consulting. Tratteranno il tema: “I cambiamenti del settore, le trasformazioni in atto, le modifiche di attività”. Sarà illustrato nei dettagli il “questionario-indagine sull’evoluzione delle reti agenziali”, in corso di somministrazione a tutti gli agenti di assicurazione.

Poi sarà la volta del Presidente Nazionale SNA, Tristano Ghironi, che inquadrerà il tema del plurimandato nei rapporti con il mercato, le istituzioni e le mandanti, tracciando il percorso che ha portato in Italia l’abolizione delle clausole d’esclusiva dai contratti di agenzia nella distribuzione dei rami auto e danni.

Roberto Bianchi Responsabile della Comunicazione e stampa SNA, illustrerà le ipotesi di esercizio collettivo della professione, alla luce della nuove norme. A seguire, i Consulenti legali SNA, che si alterneranno nelle varie tappe, Avv. Raffaele Gargano, Avv. Gianluigi Malandrino, Avv. Paolo Martinello, Avv. Roberto Morachiello, si occuperanno di offrire attesi chiarimenti su aspetti legali e normativi concernenti il plurimandato, nonché di fornire elementi formativi di aggiornamento professionale.

Per discutere sui modelli distributivi e sulle strategie organizzative delle agenzie di assicurazione, parteciperanno diversi operatori, che proporranno soluzioni tecniche ed assicurative. Trasferiranno la propria testimonianza al mondo dell’intermediazione professionale: AEC Underwriting, Europe Assistance, Arag, Rita, Navale assicurazioni, Dual Italia-Arch Europe, SIA. L’esperienza degli agenti plurimandatari storici sarà portata da Claudio Demozzi, Presidente Provinciale Sna di Trento e Michele Acampora Presidente Gaa Sasa, i quali esporranno le modalità operative di un’agenzia plurimarca. Maria Rosa Alaggio, direttore della rivista Assicura, avrà il compito di condurre la giornata e di presentare relatori ed ospiti.

La giornata sarà anche occasione di aggiornamento professionale, grazie all’intervento formativo curato dai Consulenti legali Sna e Iama Consulting. In chiusura di giornata sarà dispensato un test di verifica delle conoscenze acquisite, superato il quale, sarà successivamente inviato ai partecipanti l’attestato formativo, valido per 2 ore di aggiornamento, ai sensi del regolamento Isvap n.5.

Per partecipare al convegno, gli intermediari dovranno iscriversi registrando la propria presenza nell’area dedicata del sito www.snaservice.it. È previsto un contributo di partecipazione individuale: pari a 20 euro per gli iscritti Sna e 30 euro per i non iscritti Sna. Il format della giornata prevede un intervallo dei lavori per la colazione di lavoro a buffet e coffee break: ulteriori occasioni di confronto tra i presenti e di incontro con i diversi sponsor di settore.

Cordiali saluti.

Paolo Bullegas

lunedì 18 febbraio 2008

Nuove regole per l'applicazione del Malus






Newsletter Anno VI° - n°07 - 18 Febbraio 2008


Cari Colleghi,
l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private ha pubblicato il Provvedimento 2590, che modifica ed integra il Regolamento ISVAP n. 4 del 9 agosto 2006, in materia di attestazione sullo stato del rischio, alla luce delle previsioni dettate dalla legge n°40 del 2 aprile 2007 di conversione del Decreto Legge n.7/2007.

La legge 40 ha previsto che le imprese “non possono applicare alcuna variazione di classe di merito prima di aver accertato l’effettiva responsabilità del contraente, che è individuata nel responsabile principale del sinistro, secondo la liquidazione effettuata in relazione al danno e fatto salvo un diverso accertamento in sede giudiziale”. “ove non sia possibile accertare la responsabilità principale, ovvero, in via provvisoria, salvo conguaglio, in caso di liquidazione parziale, la responsabilità si computa pro quota in relazione al numero dei conducenti coinvolti, ai fini della eventuale variazione di classe a seguito di più sinistri.”

Per adeguarsi alle nuove regole sono state necessarie modifiche al Regolamento ISVAP n. 4, relativo al contenuto dell’attestato di rischio, al fine di fornire indicazioni circa gli elementi che dovranno essere presenti nell’attestazione. Considerato che la possibilità di applicare la variazione di classe di merito viene ora esplicitamente ricollegata dalla legge alla sola “liquidazione effettuata in relazione al danno”, ne deriva che le imprese non potranno più procedere a tale variazione nei casi di appostazione a riserva di un sinistro, ma solo nei casi in cui sia stato effettuato un pagamento, totale o parziale, a titolo di risarcimento del danno. Di conseguenza, nell’attestazione del rischio dovranno essere indicati i soli sinistri che abbiano dato luogo ad un pagamento, a titolo anche parziale, e non anche quelli per i quali sia stata appostata una riserva. In caso di applicazione della penalizzazione contrattuale a seguito di pagamento parziale, i successivi pagamenti, riferiti allo stesso sinistro, non consentono alle imprese l’applicazione di ulteriori penalizzazioni.

Per “responsabilità principale” si dovrà intendere, nel caso in cui il sinistro coinvolga due veicoli, la responsabilità prevalente attribuita ad uno dei conducenti, mentre, per i sinistri con più di due veicoli coinvolti, la responsabilità principale ricorre nei casi in cui ad uno dei conducenti sia attribuito un grado di responsabilità superiore a quello posto a carico degli altri conducenti. In presenza di concorso di colpa “paritario”, cioè nel caso in cui la responsabilità sia attribuita in pari misura a carico dei conducenti dei veicoli coinvolti, nessuno dei contratti relativi ai veicoli medesimi subirà l’applicazione del malus; tuttavia la corresponsabilità paritaria darà luogo ad annotazione del grado di responsabilità nell’attestato di rischio ai fini dell’eventuale peggioramento della classe di merito in caso di successivi sinistri a carico dello stesso conducente.

Per il computo delle responsabilità ai fini dell’eventuale variazione di classe a seguito di più sinistri, la percentuale di responsabilità “cumulata” che dà luogo all’applicazione del malus deve essere pari ad almeno il 51%. In ordine all’arco temporale da prendere in esame per il computo delle responsabilità parziali ai fini dell’eventuale variazione di classe a seguito di più sinistri, le imprese dovranno fare riferimento ad un periodo coincidente con l’ultimo quinquennio di osservazione della sinistralità, in coerenza con l’attuale orizzonte temporale considerato per la valorizzazione della sinistralità pregressa.

nel caso di stipula di un nuovo contratto, relativo a un ulteriore veicolo della medesima tipologia, acquistato dalla persona fisica già titolare di polizza assicurativa o da un componente stabilmente convivente del suo nucleo familiare, ai sensi dell’articolo 134, comma 4 bis, del Codice delle Assicurazioni, l’attestazione sullo stato del rischio dovrà contenere la relativa indicazione, al fine di consentire, presso il medesimo o altro assicuratore, una trasparente applicazione del beneficio relativo alla classificazione del contratto in caso di acquisto di ulteriore veicolo da parte del medesimo proprietario o di un familiare convivente.

Il provvedimento prevede che per i cinque anni successivi al rilascio, l’attestato di rischio conseguito, conserva la propria validità ai fini della valorizzazione della pregressa sinistrosità e quindi della conservazione della classe di merito maturata in sede di stipula di un nuovo contratto riferito o al medesimo veicolo (in relazione alle ipotesi di sospensione e mancato rinnovo) o ad altro veicolo acquistato dal medesimo assicurato (in relazione ai casi di cessazione del rischio).

in caso di documentata vendita, consegna in conto vendita, furto, demolizione, cessazione definitiva dalla circolazione o definitiva esportazione all’estero di un veicolo, l’assicuratore utilizzerà le informazioni contenute nell’attestato di rischio di tale veicolo (e la relativa classe CU) per classificare il contratto relativo ad altro veicolo del medesimo soggetto, ma non solo “nel caso di acquisto di un veicolo in nuova proprietà”, bensì riconoscendo il diritto alla conservazione della classe di merito anche nel caso in cui il veicolo sostituito sia già in proprietà dell’assicurato.

Cordiali saluti.

Paolo Bullegas

lunedì 11 febbraio 2008

COVIP: nuovi strumenti di trasparenza e ISC






Newsletter Anno VI° - n°06 - 11 Febbraio 2008


Cari Colleghi,
la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (COVIP), recentemente ha previsto che i fondi pensione mettano a disposizione degli iscritti il cosiddetto Progetto esemplificativo “Stima della pensione complementare”. Obiettivo dell’Autorità è quello di promuovere l’innalzamento del livello di conoscenza degli strumenti previdenziali, in linea con quanto sperimentato con successo in Paesi in cui la previdenza complementare è una realtà consolidata.

Per consentire di stimare l’evoluzione della posizione individuale e la pensione attesa, per favorire la trasparenza del sistema e accrescere la consapevolezza nelle scelte relative alla partecipazione ai fondi pensione saranno messi in campo nuovi strumenti:
· Progetti standardizzati (dal 1° luglio 2008);
· Progetti personalizzati (comunicazione periodica);
· Motore di calcolo per lo sviluppo del Progetto esemplificativo (entro giugno 2008).

Chi si iscrive ad un fondo pensione riceverà, al momento dell’iscrizione, unitamente alla Nota Informativa, una stima standardizzata della pensione complementare, elaborata sulla base delle indicazioni fornite dalla COVIP, con riguardo a figure-tipo differenziate per età, sesso e livello di contribuzione, che potrà aiutare il risparmiatore nell’assunzione delle decisioni in fase di adesione.

Tutti gli iscritti riceveranno poi periodicamente da parte del fondo la stima personalizzata della pensione complementare che terrà conto delle caratteristiche del piano previdenziale di ciascuno, con particolare riguardo alle informazioni personali (età, sesso, livello di contribuzione), ai costi praticati dal fondo, al tasso di rendimento atteso della gestione, definito in funzione dell’investimento obbligazionario/azionario proprio del profilo di collocamento scelto. Il primo invio delle stime personalizzate avverrà in occasione della comunicazione annuale relativa all’anno 2008.

Nei siti web dei fondi, inoltre saranno inseriti motori di calcolo attraverso i quali chiunque potrà calcolare il livello della pensione complementare attesa e valutare l’impatto di soluzioni e scelte alternative (ad esempio, richieste di anticipazioni o cambiamenti di comparto). Tali motori potranno anche dare una rappresentazione del rischio dell’investimento e una stima delle pensioni di base. Su questi aspetti è comunque necessaria, secondo la COVIP, una più attenta riflessione e, con particolare riguardo alle stime della pensione di base, un interessamento anche a livello istituzionale, per fornire simulazioni il più possibile attendibili e coerenti della copertura pensionistica complessivamente conseguibile dai due sistemi.

Prosegue pertanto l’opera del Presidente Scimia per portare la massima trasparenza nel settore della previdenza complementare che, dai dati sulle adesioni cammina a passo da lumaca considerato che solo 2 milioni e 800 mila lavoratori hanno aderito, su una platea totale di oltre 12 milioni di lavoratori.

Che questo sia dovuto alla scarsa fiducia dei risparmiatori sul sistema assicurativo? Una cosa è sicura, i costi dei contratti non aiuta certo una maggiore diffusione. È la stessa COVIP che pubblica i dati relativi ai costi dei Fondi Pensione: gli Indicatori Sintetici di Costo (ISC) relativi ai fondi pensione negoziali, ai fondi pensione aperti e ai piani individuali pensionistici attuati mediante contratti di assicurazione sulla vita (PIP), riportati nelle Note informative utilizzate per la raccolta delle adesioni (vedi allegati).

Andando a leggere le percentuali si ha, in modo semplice e immediato, un’idea di quanto i costi complessivi praticati dalla forma pensionistica complementare incidono percentualmente ogni anno sulla posizione individuale. L’indicatore sintetico dei costi è una stima calcolata facendo riferimento a un aderente-tipo che effettua un versamento contributivo annuo di 2.500 euro e ipotizzando un tasso di rendimento annuo del 4%. L’indicatore sintetico dei costi è calcolato per differenti periodi di partecipazione (2, 5, 10 e 35 anni) perché alcuni costi (costo di iscrizione, spesa annua in cifra fissa o in percentuale sui versamenti) hanno un impatto che diminuisce nel tempo, al crescere della posizione individuale maturata.

Per quanto riguarda i Fondi Negoziali, sicuramente questi sono tra i meno onerosi, considerando l’ISC medio: 1,16%, 0,65%, 0,43%, 0,26, rispettivamente per 2, 5, 10, 35 anni di permanenza nel fondo. Ma con una forbice molto elevata che va da un Indicatore Sintetico di Costo tra il 4,25% e 0,39% per due anni di permanenza nel fondo e tra l’1,06% e lo 0,11% per 35 anni di permanenza.

L’ISC medio dei Fondi Aperti è pari a 1,99%, 1,33%, 1,16%, 1,04% per, rispettivamente 2, 5, 10 e 35 anni. La forbice dei costi varia, dal 4,87% al 0,54% per permanenza di due anni, e dal 2,27% al 0,15% per permanenza di 35 anni.




In assoluto i più costosi sono i PIP Piani Individuali di Previdenza. L’ISC medio per questi ultimi è pari a 3,58%, 2,42% 1,97% 1,60%, rispettivamente per 2, 5, 10, 35 anni di permanenza. Per permanenza di due anni si parte dal 1,48% e si può spendere fino al 5,99%, Per una permanenza di 35 anni i costi variano da un minimo di 0,38% e fino al 3%.

Dario Moltrasio, Direttore Generale di AIG Life Ireland Limited, che opera in Italia in libero stabilimento, ritiene tuttavia che il settore vita è bloccato dal sistema distributivo. “Il mercato italiano è decisamente poco sensibile alla qualità dei prodotti assicurativi venduti, all’innovazione e al prezzo dei servizi. Conta quasi esclusivamente la rete di vendita.” E continua: “lo sforzo di proporre prodotti ad un prezzo in linea, se non più contenuto degli altri player, ci ha portato a scontrarci con vincoli distributivi difficili da superare” “In Italia per avere una vera presenza devi disporre di un canale distributivo, indipendentemente dai prodotti che vendi. Nel settore Vita ramo III, nel 2007 al top della distribuzione ci sono quasi solo gruppi di Bancassurance. Alle Banche conviene vendere polizze per gli elevati caricamenti, e per gli elevati livelli di retrocessione, che sono finalmente visibili dai nuovi prospetti richiesti dalla Consob.”

Insomma per il D.G. che fa capo al più grande gruppo assicurativo del mondo – American International Group – l’Italia dovrebbe prendere esempio dai paesi anglosassoni dove vige la filosofia del provider indipendente che fa scattare maggiore concorrenza con l’apertura delle reti.

Cordiali saluti.

Paolo Bullegas

lunedì 4 febbraio 2008

Vigilanza dei Mercati e Tutela dei Consumatori UE







Newsletter Anno VI° - n°05 - 04 Febbraio 2008


Cari Colleghi,
promuovere l’armonizzazione dei principi e delle regole a tutela dei consumatori in modo da rendere ancora più trasparente ed efficiente il mercato dei consumi in Europa, è quanto si propone la Commissione dell’Unione Europea con l’istituzione di un sistema di Vigilanza dei Mercati a Tutela dei Consumatori (Consumer Market Watch); un’ampia gamma di strumenti per il monitoraggio e la sorveglianza di diversi settori dell’economia dal punto di vista del consumatore, sulla base di criteri come i prezzi, i reclami, la sicurezza dei prodotti, il livello di soddisfazione.

Il Mercato unico, nei suoi 15 anni di vita, ha fatto tanta strada ma, secondo la Commissione, il consumatore non ha ancora ottenuto ciò che gli spetta. Ecco perché la Commissione UE ha pensato a questo strumento. La Vigilanza del Mercato a Tutela dei Consumatori UE, prevede due passaggi principali. Il primo consiste in un attento lavoro di analisi dei mercati al dettaglio, alla ricerca di forme e pratiche che ne pregiudicano il corretto funzionamento oppure provocano disagi, o addirittura danni, al consumatore. L’individuazione di irregolarità, che distorcono la scelta del cliente, farà scattare un secondo livello di indagine più approfondita e articolata che si concentrerà sul singolo settore proponendo, infine, tutte le misure indispensabili per scongiurare qualsiasi tipo di devianza rispetto ai principi della trasparenza.

Nel primo monitoraggio gli indicatori del consumo - prezzi, cambio di fornitori, reclami ecc. - per paese e per settore, rivelano un cattivo funzionamento in tutta una serie di settori.

È probabile che quando la Commissione UE nell’ambito del progetto Consumer Market Watch, analizzerà cosa accade nel settore assicurativo italiano, ne rimarrà esterrefatta. Andando a leggere i dati sui reclami presentati dai consumatori, si evidenziano tutte le carenze organizzative che, senza un’adeguata correzione, non potranno far altro che ampliare i pregiudizi negativi dei consumatori.

Nel corso del 2007, sono stati presentati all’Isvap ben 29.523 reclami, +4.229 rispetto all’anno precedente. Una crescita di tutto rispetto, che evidenzia la strutturata inefficienza, oramai “sistema” nel settore.

In particolare prosegue la crescita dei reclami nel ramo RCA 22.402 reclami (18.287 nel 2006) +4.115. E tra questi, in gran parte i reclami hanno riguardato la corretta applicazione del risarcimento alla controparte in applicazione dell’art.3 Legge 39/1977 e art.148 del D.lgs. 209/2005, unitamente all’applicazione del risarcimento diretto di cui all’art.149 del D.lgs. 209/2005.

Dalla lettura storica dei dati sui reclami, emerge che non vi è una particolare attenzione delle imprese per adottare nuovi sistemi di controllo per eliminare le disfunzioni riscontrate, e questo si traduce spesso in una crescita dei costi, derivanti anche dalle conseguenti sanzioni comminate dall’Autorità. Ma soprattutto, cresce il malcontento dei consumatori, che va ad alimentare la diffusa opinione che nel nostro paese è particolarmente radicata: gli assicuratori al momento di pagare trovano mille cavilli!

Così anche le clausole ambigue riportate in caratteri minuscoli, contratti che sembrano scritti in un'altra lingua, si diffondono come luoghi comuni, accrescendo lo scetticismo verso il settore, creando danno anche agli intermediari, sempre più impegnati nella strenua ed estrema difesa dei principi sociali dell’Assicurazione.

Cordiali saluti.

Paolo Bullegas