lunedì 11 febbraio 2008

COVIP: nuovi strumenti di trasparenza e ISC






Newsletter Anno VI° - n°06 - 11 Febbraio 2008


Cari Colleghi,
la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (COVIP), recentemente ha previsto che i fondi pensione mettano a disposizione degli iscritti il cosiddetto Progetto esemplificativo “Stima della pensione complementare”. Obiettivo dell’Autorità è quello di promuovere l’innalzamento del livello di conoscenza degli strumenti previdenziali, in linea con quanto sperimentato con successo in Paesi in cui la previdenza complementare è una realtà consolidata.

Per consentire di stimare l’evoluzione della posizione individuale e la pensione attesa, per favorire la trasparenza del sistema e accrescere la consapevolezza nelle scelte relative alla partecipazione ai fondi pensione saranno messi in campo nuovi strumenti:
· Progetti standardizzati (dal 1° luglio 2008);
· Progetti personalizzati (comunicazione periodica);
· Motore di calcolo per lo sviluppo del Progetto esemplificativo (entro giugno 2008).

Chi si iscrive ad un fondo pensione riceverà, al momento dell’iscrizione, unitamente alla Nota Informativa, una stima standardizzata della pensione complementare, elaborata sulla base delle indicazioni fornite dalla COVIP, con riguardo a figure-tipo differenziate per età, sesso e livello di contribuzione, che potrà aiutare il risparmiatore nell’assunzione delle decisioni in fase di adesione.

Tutti gli iscritti riceveranno poi periodicamente da parte del fondo la stima personalizzata della pensione complementare che terrà conto delle caratteristiche del piano previdenziale di ciascuno, con particolare riguardo alle informazioni personali (età, sesso, livello di contribuzione), ai costi praticati dal fondo, al tasso di rendimento atteso della gestione, definito in funzione dell’investimento obbligazionario/azionario proprio del profilo di collocamento scelto. Il primo invio delle stime personalizzate avverrà in occasione della comunicazione annuale relativa all’anno 2008.

Nei siti web dei fondi, inoltre saranno inseriti motori di calcolo attraverso i quali chiunque potrà calcolare il livello della pensione complementare attesa e valutare l’impatto di soluzioni e scelte alternative (ad esempio, richieste di anticipazioni o cambiamenti di comparto). Tali motori potranno anche dare una rappresentazione del rischio dell’investimento e una stima delle pensioni di base. Su questi aspetti è comunque necessaria, secondo la COVIP, una più attenta riflessione e, con particolare riguardo alle stime della pensione di base, un interessamento anche a livello istituzionale, per fornire simulazioni il più possibile attendibili e coerenti della copertura pensionistica complessivamente conseguibile dai due sistemi.

Prosegue pertanto l’opera del Presidente Scimia per portare la massima trasparenza nel settore della previdenza complementare che, dai dati sulle adesioni cammina a passo da lumaca considerato che solo 2 milioni e 800 mila lavoratori hanno aderito, su una platea totale di oltre 12 milioni di lavoratori.

Che questo sia dovuto alla scarsa fiducia dei risparmiatori sul sistema assicurativo? Una cosa è sicura, i costi dei contratti non aiuta certo una maggiore diffusione. È la stessa COVIP che pubblica i dati relativi ai costi dei Fondi Pensione: gli Indicatori Sintetici di Costo (ISC) relativi ai fondi pensione negoziali, ai fondi pensione aperti e ai piani individuali pensionistici attuati mediante contratti di assicurazione sulla vita (PIP), riportati nelle Note informative utilizzate per la raccolta delle adesioni (vedi allegati).

Andando a leggere le percentuali si ha, in modo semplice e immediato, un’idea di quanto i costi complessivi praticati dalla forma pensionistica complementare incidono percentualmente ogni anno sulla posizione individuale. L’indicatore sintetico dei costi è una stima calcolata facendo riferimento a un aderente-tipo che effettua un versamento contributivo annuo di 2.500 euro e ipotizzando un tasso di rendimento annuo del 4%. L’indicatore sintetico dei costi è calcolato per differenti periodi di partecipazione (2, 5, 10 e 35 anni) perché alcuni costi (costo di iscrizione, spesa annua in cifra fissa o in percentuale sui versamenti) hanno un impatto che diminuisce nel tempo, al crescere della posizione individuale maturata.

Per quanto riguarda i Fondi Negoziali, sicuramente questi sono tra i meno onerosi, considerando l’ISC medio: 1,16%, 0,65%, 0,43%, 0,26, rispettivamente per 2, 5, 10, 35 anni di permanenza nel fondo. Ma con una forbice molto elevata che va da un Indicatore Sintetico di Costo tra il 4,25% e 0,39% per due anni di permanenza nel fondo e tra l’1,06% e lo 0,11% per 35 anni di permanenza.

L’ISC medio dei Fondi Aperti è pari a 1,99%, 1,33%, 1,16%, 1,04% per, rispettivamente 2, 5, 10 e 35 anni. La forbice dei costi varia, dal 4,87% al 0,54% per permanenza di due anni, e dal 2,27% al 0,15% per permanenza di 35 anni.




In assoluto i più costosi sono i PIP Piani Individuali di Previdenza. L’ISC medio per questi ultimi è pari a 3,58%, 2,42% 1,97% 1,60%, rispettivamente per 2, 5, 10, 35 anni di permanenza. Per permanenza di due anni si parte dal 1,48% e si può spendere fino al 5,99%, Per una permanenza di 35 anni i costi variano da un minimo di 0,38% e fino al 3%.

Dario Moltrasio, Direttore Generale di AIG Life Ireland Limited, che opera in Italia in libero stabilimento, ritiene tuttavia che il settore vita è bloccato dal sistema distributivo. “Il mercato italiano è decisamente poco sensibile alla qualità dei prodotti assicurativi venduti, all’innovazione e al prezzo dei servizi. Conta quasi esclusivamente la rete di vendita.” E continua: “lo sforzo di proporre prodotti ad un prezzo in linea, se non più contenuto degli altri player, ci ha portato a scontrarci con vincoli distributivi difficili da superare” “In Italia per avere una vera presenza devi disporre di un canale distributivo, indipendentemente dai prodotti che vendi. Nel settore Vita ramo III, nel 2007 al top della distribuzione ci sono quasi solo gruppi di Bancassurance. Alle Banche conviene vendere polizze per gli elevati caricamenti, e per gli elevati livelli di retrocessione, che sono finalmente visibili dai nuovi prospetti richiesti dalla Consob.”

Insomma per il D.G. che fa capo al più grande gruppo assicurativo del mondo – American International Group – l’Italia dovrebbe prendere esempio dai paesi anglosassoni dove vige la filosofia del provider indipendente che fa scattare maggiore concorrenza con l’apertura delle reti.

Cordiali saluti.

Paolo Bullegas

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