lunedì 20 dicembre 2010

Le azioni sindacali Sna in rassegna





















Newsletter Anno VIII - n°370 - 20 Dicembre 2010



Cari Colleghi,
all’indomani del Comitato Centrale Sna di Salerno dello scorso aprile, dopo i tre basta proferiti dal Presidente nazionale Sna, Giovanni Metti, era chiaro che dopo l’ennesimo tentativo di confronto andato in fumo, si apriva la strada della mobilitazione sindacale; di fatto già annunciata durante il Congresso Nazionale svoltosi il 4 febbraio a Roma, rimasto volutamente aperto con la dichiarazione di agitazione sindacale. Dopo Salerno dunque, si avvia la macchina organizzativa di una nuova stagione sindacale, imperniata sulla condivisione dello stato di agitazione generale della categoria. La Commissione Azioni sindacali individua le forme di protesta, volutamente determinata a colpire gli obiettivi sensibili senza intaccare gli interessi dei clienti. Nel ricercare unità d’intenti l’Esecutivo avvia un giro d’Italia lungo 11 tappe che da Sud a Nord, isole comprese, incontra gli interessi della categoria.
Articolato su dodici iniziative principali, il programma si sviluppa su tre livelli: azioni interne, esterne, e irreversibili; il tutto corroborato da un’attività di lobbying continua, principalmente orientata alla sensibilizzazione del mondo politico, delle istituzioni, delle Autority, e delle Associazioni dei Consumatori. Primo obiettivo dichiarato: sollecitare adeguati interventi legislativi. Tra gli argomenti da affrontare, anche quello che sembra il più insidioso: il rapporto sinistri/premi tecnicamente definito dagli economisti loss ratio. Accertare la verità sui dati, indagare per comprenderne le ragioni, e non sottacere i dati dei sinistri fuori controllo, soprattutto al Sud, per via dell’abbandono del territorio ad opera delle stesse imprese di assicurazione che gridano allo scandalo. Ma Sna intende vederci chiaro, anche perché vuole difendere uno spazio professionale nell’interesse dei consumatori, soprattutto quelli onesti, al quale si vorrebbe far pagare l’incapacità delle imprese di mantenere un rapporto rigoroso con i pochi furbetti lasciati liberi di razziare ad ogni occasione di sinistro, se non addirittura nel costruirlo. Sna in proposito ha già fatto tanto, investendo risorse professionali ed economiche. La Sezione Provinciale di Bari insieme al Comitato Regionale Pugliese, hanno per primi sollevato il caso e sollecitato nel convegno Pubblico di Luglio “Stupidi Furbetti” la soluzione al problema, suggerendo le diverse iniziative di interesse pubblico. Ma è necessario acquisire conoscenza di cosa accade oltre le Alpi; grazie anche al contributo del Bipar, si è appreso che in ambito UE non esiste nessuna agenzia antifrode, e non certo per mancanza di casi. Oltre 30.000 incidenti vengono simulati ogni anno in Inghilterra per oltre 350 milioni di Sterline (equivalenti a circa 450 milioni di Euro), cosa che ha causato nell’ultimo anno un aumento medio delle polizze di assicurazione auto britanniche di 44 Sterline, (circa 55 Euro).
In Italia la nascita dell’Agenzia antifrode invece fa già parte di un disegno di legge. Il 14 settembre 2010 la Commissione Finanze ha disposto l'abbinamento della proposta di legge C. 3589 Bragantini (Lnp) recante istituzione del Coordinamento nazionale per il contrasto delle frodi assicurative, all'esame congiunto delle altre proposte di legge C. 2699-ter approvata dal Senato, C. 1964 Barbato (Idv), E 3544 Pagano (Pdl), ed è nominato relatore l’On. Francesco Barbato. Angelo Gregorio, Responsabile della Commissione azioni sindacali è certo che ritrovare il giusto equilibrio dei premi significa riaprire il mercato interno, ma anche creare le condizioni di fiducia per il mercato internazionale nel rilascio di nuovi mandati.
Forse utopia, ma vale la pena d’impegnarsi, è del parere Gregorio, che presentando le slide delle azioni si sofferma su una che rappresenta un ingranaggio; in cima al quale, su una rotella campeggia la formula S/P collegata ad un’altra con la formula A/A e più sotto un volano rappresentato dalla Tutela Sna. A significare ciò che si prefigge di raggiungere, oltre il resto, svincolare i rapporti tra Agenti.
Ma veniamo al dunque delle azioni sindacali predisposte dalla Commissione, che doveva mantenere in debita considerazione forme alternative alla protesta di piazza.
Supportata da importanti studi legali, sono delineate quelle iniziative che sorpassano i dubbi sullo sciopero, per andare a centrare obiettivi strategici con il coinvolgimento dei mass media, tradizionali ed innovativi, utilizzando strumenti di comunicazione incentrati sulla figura dell’agente da non confondersi con quella di impresa; sulla presentazione di atti di iniziativa popolare, sul ricorso alle Authority di settore.
Lo Sna c’è, ed è pronto ad affrontare la sfida, consapevole delle difficoltà si appresta a manifestare in primis all’Ania la necessità di ridiscutere lo status dell’agente di assicurazione. Status disegnato dal legislatore europeo prima e quello nazionale poi: agente indipendente e plurimandatario, consigliere del cliente e partner dell’impresa che nell’innovazione orienta le proprie strategie di sviluppo. Primo traguardo dunque, riportare al tavolo delle trattative l’Associazione delle Imprese.
Tutto è pronto. Si parte con la conferenza stampa indetta per giovedì 2 dicembre a Roma in Piazza Belli, palazzo Confcommercio, al quale Sna aderisce fin dal 1990. Al cospetto delle autorità politiche e sociali si discute delle pesanti e crescenti ricadute delle tariffe RC Auto sui Consumatori, per lo più causate da una rinuncia delle imprese a presidiare le situazioni più complesse, preferendo trasferire gli oneri sulle tariffe, le più elevante nel contesto UE, ma anche con disdette di massa e abbandonando il territorio; senza porre alcun freno ai fenomeni speculativi e di autentica frode. Per gli agenti che devono fare i conti con una sovra regolamentazione si aggiunge l’incertezza della propria posizione professionale, e quella dell’indotto di subagenti, dipendenti e collaboratori a vario titolo.
Il calcio d’inizio di una partita che si prospetta molto dura è oramai dato, si comincia con l’invio di email rivolte all’Ania alla quale sono indirizzate “5 domande”:
1 Abbandono del territorio: che iniziative sono state prese o si intendono prendere nei confronti delle imprese che abbandonano il mercato assicurativo, con particolare riguardo al meridione, creando grave danno al consumatori e determinando una vera e propria emergenza sociale?
2 Liberalizzazioni e aumento dei premi assicurativi: perché nonostante le liberalizzazioni del mercato assicurativo introdotte con la legge Bersani non si è attivato un efficace processo concorrenziale fra le compagnie?
3 Frodi assicurative: le compagnie di assicurazione hanno fatto una politica di efficace contrasto alle frodi, al fine di contenere il costo assicurativo r. C. Auto, oppure hanno preferito trasferire gli oneri sulla collettività?
4 Intrecci azionari: le compagnie di assicurazione hanno spesso in comune amministratori e dirigenti, partecipazioni incrociate e moltiplicazione di incarichi. Come ritenete di ovviare a tale evidente alterazione dei livelli concorrenziali tra le imprese?
5 Mancato confronto con gli agenti: perché l'Ania rifiuta di confrontarsi con gli agenti, per adeguare l'accordo nazionale fra le parti alla normativa attuale?
Si da seguito con la pubblicazione nazionale a pagina intera nel quotidiano Corriere della Sera delle stesse domande accompagnate dal claim: il nostro chiodo fisso.
La campagna stampa intende rompere l’equazione, Agente = Impresa di assicurazioni; volendo affermare lo stutus più simile al libero professionista, concetto ben chiarito alle associazioni dei consumatori, prime alleate, schierate al fianco degli agenti nella rivendicazione della maggiore trasparenza.
Le azioni di primo livello proseguono con un primo esposto all’Antitrust per la verifica anzitutto dei mandati post legge 40/2007. È noto che dopo la Legge Bersani siano nate clausole contrattuali che condizionano la possibilità di operare in plurimandato, riducendone di facto le potenzialità. Su questo tema l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sarà chiamata ad esprimersi. Ma non solo, alla stessa autorità Sna chiederà di proseguire nell’accertamento degli intrecci azionari e del management delle imprese di assicurazione, e sui riflessi negativi che si riverberano nel mercato.
Sempre nell’ambito delle azioni di primo livello rientrano: la richiesta delle indennità di liquidazione maturate al 31 dicembre 2010 da tutti gli agenti di assicurazione italiani, nonché la richiesta per conoscere le singole posizioni maturate presso le Casse di Previdenza Aziendali che, per effetto dell’autonoma valutazione degli agenti, prevista dalla convenzione, potrebbero essere dirottate in altri fondi di gestione non assicurativi.
Altra significativa iniziativa di protesta prevista è quella di promuovere con il patrocinio Sna, dopo l’iniziale messa in mora, alcune cause pilota per la richiesta d’indennizzo degli adempimenti non previsti nei mandati. Tante significative attività che nella prassi è svolta nelle agenzie senza che queste rientrino tra le mansioni del mandato ad operare d’agenzia.
Mentre sono in corso alcune verifiche per accertare se le imprese di assicurazione sono libere di applicare le tariffe rca, senza alcun vincolo; se si possano abbandonare, senza verifiche istituzionali, intere aree geografiche del Paese. Ma su questo tema sembra che l’Isvap non sia insensibile; è recente la notizia dell’avvio di un’istruttoria d’indagine volta ad accertare nei confronti di almeno 10 imprese la possibile violazione dell’obbligo a contrarre previsto nel nostro ordinamento.
Le azioni di secondo livello, previste dalla commissione sono orientate come detto all’esterno ed avranno inizio con l’invio di una cartolina al Presidente della Repubblica per sensibilizzare il suo intervento istituzionale. A seguire Sna chiederà ospitalità ai Mass media ed in particolare presso i Tg nazionali, pronta a contestare l’eventuale rifiuto presso anche l’Autorità di vigilanza del servizio pubblico radio televisivo Rai; nella considerazione, tra l’altro, che gli agenti raccolgono il 90% dei premi Rca obbligatori, svolgendo una funzione esattoriale in applicazione della Legge. Ma soprattutto per ribadire all’opinione pubblica il ruolo sociale svolto a favore del cliente consumatore dall’agente professionista indipendente, e che il plurimandato rappresenta un indispensabile conquista del consumatore che dovrebbe poter mettere in concorrenza le imprese presso il proprio agente di fiducia. In questo senso saranno anche sollecitati precisi interventi parlamentari con interrogazioni puntuali al Ministro dello Sviluppo Economico.
Sempre nell’ambito delle azioni di secondo livello, la Commissione Sna punta particolarmente sugli effetti dell’iniziativa “regina”: la petizione popolare. Rivolta ai Presidenti della Camera e del Senato avrà l’obiettivo di sensibilizzare le camere alla discussione di un intervento legislativo immediato. Come previsto dall’articolo 50 della Costituzione: tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità. Obiettivo 500 mila firme: ogni agente che raccolga solo 100 firme contribuirà a raggiungere e superare notevolmente la quota prevista, il che significa per la Commissione Sna una maggiore attenzione al tema da parte delle istituzioni, puntando alla ridefinizione del ruolo dell’intermediario assicurativo, alla semplificazione amministrativa, alla redditività agenziale. La raccolta delle firme terminerà nella prima decade di marzo con la consegna, presso le Camere, delle firme raccolte. A seguire, manifestazione a Roma e spettacolo di satira sul tema delle assicurazioni.
Le azioni del terzo livello, definite non reversibili, sono sotto l’attento esame della Commissione Azioni sindacali Sna, insieme agli studi legali e fiscali, ma c’è la fiducia di non dover arrivare allo scontro.

Cordiali saluti.

Paolo Bullegas

lunedì 6 dicembre 2010

Pubblica consultazione per la II Direttiva Ue sulla mediazione assicurativa





Newsletter Anno VIII - n°369 - 06 Dicembre 2010



Cari Colleghi,
la Commissione Ue pronta alla revisione della Insurance Mediation Directive (IMD), meglio nota in Italia con l’acronimo DMA (Direttiva della Mediazione Assicurativa).

Lo scorso 26 novembre è stata avviata la pubblica consultazione sulla revisione della Direttiva con l’invito alle parti interessate a commentare l'attuale funzionamento dell’intermediazione assicurativa, e suggerire le possibili modifiche in vista della preparazione della DMA II.

Nella Direzione Generale Mercato Interno e Servizi della Commissione Europea hanno fiducia di ricevere importanti contributi da questa consultazione, indicazioni fondamentali per la predisposizione di una proposta formale della Commissione che possa recepire le esigenze emerse dopo l’introduzione della Direttiva 2002/92/CE.

Proponendosi di garantire un elevato livello di tutela dei consumatori, in un quadro giuridico che mira a un elevato livello di professionalità e competenza degli intermediari assicurativi, la Direttiva 2002 a causa del suo carattere di minima armonizzazione ha creato un mosaico di normative nazionali adottate dagli Stati membri. Sembra che in questa consapevolezza la Commissione intenda procedere in tempi rapidi alla sua revisione, correggendo quindi le gravi lacune e incongruenze dell'attività di intermediazione assicurativa in Ue.

I servizi della Commissione ha monitorato l’attuazione della Direttiva analizzando l’efficacia del livello minimo di tutela dei consumatori legata all’informazione completa spettante prima della conclusione di qualsiasi contratto di assicurazione sia alla stipula che nel caso della sua modifica o in occasione del rinnovo.

Negli orientamenti della Commissione c’è la regolazione inerente tutta una serie di prodotti di investimento al dettaglio preassemblati – i cosiddetti PRIPs (Packaged Retail Investment Products) – come i prodotti assicurativi vita unit-linked, e questo in coerenza con i principi dettati da Solvency II e Mifid. È opinione della Commissione che la remunerazione agli intermediari attraverso gli incentivi, può influenzare i consigli per i consumatori e la valutazione della idoneità del prodotto finanziario; ed intenderebbe valutare diverse ipotesi di pubblicità nella remunerazione per gli intermediari di assicurazione.

Secondo i servizi della D.G. mercato interno della Commissione, i consumatori hanno una comprensione ancora insufficiente dei rischi, i costi e le caratteristiche dei prodotti assicurativi, la Direttiva in questo senso dovrebbe correggere i significativi conflitti di interesse, ad esempio, quando la retribuzione e gli incentivi sono più alti per la vendita di alcuni prodotti assicurativi in confronto con altri. Altro importante tema che si impegna a modificare la nuova Direttiva, sarà quello di introdurre alcune disposizioni sui dipendenti delle imprese di assicurazione dirette, al fine di garantire parità di condizioni con gli intermediari professionisti.

L’esperienza di questi anni, sembra non sarà trascurata, anzi le domande poste nel documento di consultazione pubblica pare che siano particolarmente attente a valutare ogni possibile utile soluzione per creare le condizioni di un mercato più attento al consumatore

Nel primo gruppo di domande poste in consultazione c’è un chiaro orientamento dei servizi della Commissione Ue: la prima domanda del documento chiede se gli obblighi informativi debbano essere estesi ai dipendenti delle imprese di assicurazione dirette, tenendo conto delle specificità dei canali di distribuzione esistenti. Una lacuna della precedente direttiva. Si chiede poi se l'esonero dagli obblighi di informazione per i grandi rischi debba essere conservato. Se nel contesto dei requisiti di informazione per la mediazione di prodotti assicurativi gli Stati membri possano imporre requisiti più rigorosi. Se pensate che una definizione di consulenza, simile o identica alla definizione in MiFID, è necessaria per la mediazione di prodotti assicurativi? Ritenete che determinati prodotti assicurativi possono essere venduti senza consiglio? Se sì, quali prodotti avete in mente e come potrebbe essere mitigato un possibile pregiudizio per i consumatori? Quali misure pratiche possono essere previste per la riduzione degli oneri amministrativi?

Nel secondo gruppo di domande si entra nel merito della gestione efficace dei conflitti di interessi e di trasparenza. Uno degli obiettivi della revisione della DMA dovrebbe essere quello di adottare regole chiare ed efficaci sui conflitti di interessi e di trasparenza che riguardano la distribuzione assicurativa, in particolare valuterà con particolare attenzione le preoccupazioni già sollevate dalla Commissione di Business Insurance Sector Inquiry 2007, in relazione al potenziale conflitto di interesse legato al duplice ruolo di broker come consulente per i loro clienti e come canale di distribuzione per l'impresa; potenziale fonte di conflitto tra l'obiettività della consulenza e le proprie considerazioni commerciali, in particolare sulla mancanza di comunicazione spontanea della retribuzione percepita dagli assicuratori, e le pratiche volte ad incitare i broker che in particolare hanno il potenziale di minare la concorrenza leale, e gli assicuratori potrebbero risultare in concorrenza tra loro a livello di remunerazione offerta ai broker. La relazione finale sull'indagine settoriale ha confermato l’importanza che la Commissione esamini la questione nel quadro della revisione della DMA II. In questo contesto, una soluzione potenziale sembra essere quella di usare la MiFID come punto di partenza per la gestione dei conflitti di interesse, in particolare per quanto riguarda la remunerazione.

Queste le domande: Quali sono i principi di alto livello che si propone di gestire in modo efficace i conflitti di interesse, tenendo conto delle differenze tra gli investimenti in polizze di assicurazione sulla vita e le altre categorie di prodotti assicurativi? Come potevano conciliarsi questi principi per tutti i partecipanti coinvolti nella vendita di prodotti assicurativi? Siete d'accordo che la MiFID potrebbe essere considerato come punto di partenza per la gestione dei conflitti di interessi? Come può la trasparenza della retribuzione nella vendita delle polizze di assicurazione essere migliorata per tutti i partecipanti coinvolti nella vendita di prodotti assicurativi, tenendo conto della necessità di pari condizioni? Siete d'accordo che tutti gli intermediari assicurativi dovrebbero avere il diritto alla parità di trattamento in termini di struttura della loro retribuzione, ad esempio, che i Broker dovrebbero essere autorizzati a ricevere commissioni da imprese di assicurazione e agenti di assicurazione? Quali condizioni si dovrebbero applicare per la divulgazione di informazioni sulle retribuzioni? Quali tipi di remunerazione devono essere incluse nelle informazioni sulle retribuzioni?

Il terzo gruppo di domande riguarda invece gli aspetti della vera parità di condizioni tra tutti i partecipanti coinvolti nella vendita di prodotti assicurativi. In termini pratici l’obiettivo sarà quello di estendere la DMA II alle imprese di assicurazione dirette e loro dipendenti. Inoltre, la Commissione vorrebbe prendere in considerazione le differenze tra gli investimenti in polizze di assicurazione sulla vita (PRIPs) e le altre categorie di prodotti assicurativi e le esenzioni dal campo di applicazione. A questo proposito, l'attenzione sarà anche dedicata all'eliminazione di inutili oneri amministrativi; mentre le vendite di prodotti assicurativi attraverso i mezzi di commercializzazione a distanza dovrebbero essere incluse nel perimetro della DMA II. Tali disposizioni potranno tenere conto delle attuali definizioni basate sulle attività di intermediazione assicurativa; e le esenzioni dal campo di applicazione potranno riconsiderare non i tipi di "professioni", ad esempio agenzie di viaggio; ma l’attività di intermediazione assicurativa, rimanendo quindi nell'ambito di applicazione della Direttiva. Infine, quando un'impresa di assicurazione vende i prodotti di un'altra impresa di assicurazione, La prima dovrà essere considerata come l'intermediario della seconda e fatte salve le disposizioni in materia di intermediazione assicurativa.

Domande: Al fine di garantire un livello di vera parità di condizioni tra tutti i partecipanti coinvolti nella vendita di prodotti assicurativi, in quale misura la corrente DMA dovrebbe essere applicabile anche alle imprese di assicurazione e loro dipendenti diretti? Una mancanza di chiarezza circa la portata della DMA potrebbe portare a inutili oneri amministrativi. Quali sono gli eventuali chiarimenti da apportare al campo di applicazione attuale della DMA a questo riguardo? Quali casi per l'esenzione dalla DMA II dovrebbero essere considerati, tenendo conto della necessità di garantire la certezza del diritto e tutela dei consumatori? Se un sito web o una persona dà solo informazioni su assicurazioni, queste devono rientrare nell'ambito di applicazione della direttiva DMA II? Come potrebbero essere più ben definiti i confini rispetto alla intermediazione assicurativa? Avete esempi di attività che, nella maggior parte degli Stati membri, rientrano nell'ambito DMA, ma che si ritiene non dovrebbe essere trattato, come la vendita di determinati prodotti assicurativi da parte delle imprese di noleggio auto? O al contrario, avete esempi di attività che attualmente non rientrano nella Direttiva, ma che dovrebbero essere inseriti?
Quali particolari esigenze derivanti dalla Direttiva sui servizi finanziari a distanza (DMFS) dovrebbero essere presi in considerazione nella DMA II?

Il quarto gruppo di domande si preoccupa dell’opportunità di migliorare il quadro giuridico in relazione al processo di notifica riguardante la libertà di stabilimento (FOE), e la libera prestazione di servizi (FOS) integrando le definizioni su FOS e FOE nella DMA II, al fine di rendere più agevole l’intermediazione assicurativa inserendo la clausola di reciproco riconoscimento della formazione professionale.

Domande: Sei d'accordo con l'inclusione della definizione della libera prestazione dei servizi (FOS), come stabilito nel protocollo di Lussemburgo del CEIOPS, nel testo della direttiva DMA II? C'è una necessità di chiarire ulteriormente le norme in materia di libertà di stabilimento (FOE) e integrare queste norme nella DMA II? Come può il processo di notifica essere reso più efficiente e utile? Siete d'accordo che ulteriori norme sul FOS e FOE dovrebbero essere inclusi nella DMA II, al fine di fornire maggiore certezza del diritto? Ci sono dei problemi con riferimento alle norme generali in relazione alla dimensione transfrontaliera dell’intermediazione assicurativa? Quali problemi devono affrontare oggi gli intermediari assicurativi in caso di vendita transfrontaliere? Come dovrebbe essere modificata la Direttiva per migliorare le condizioni delle attività FOE / FOS? Sarebbe utile a questo riguardo l'integrazione nella DMA II della clausola CEIOPS del protocollo di Lussemburgo sul reciproco riconoscimento? Disposizioni analoghe a quelle contenute nella direttiva sul commercio elettronico in vista di un uso appropriato e trasparente di buone regole generali potrebbero essere integrate nella DMA II?

Un quinto gruppo di domande è dedicato ai requisiti della formazione, ed è orientato a stabilire principi comuni di base per i requisiti professionali per tutti i venditori di prodotti assicurativi. In questo contesto, si potrebbe garantire che tutte le persone in imprese di assicurazione che sono responsabili della distribuzione assicurativa, così come tutti gli altri dipendenti che partecipano direttamente alla proposta di assicurazione o riassicurazione, abbiano le conoscenze e le abilità necessarie per l'espletamento delle loro funzioni.

Domande: Quali sono i requisiti di alto livello che sarebbe opportuno considerare per la conoscenza e la capacità di tutti i partecipanti coinvolti nella vendita di prodotti assicurativi nelle differenze esistenti nei sistemi di qualificazione applicabili negli Stati membri? Questi requisiti dovrebbero essere adattati a seconda del canale di distribuzione?

Nel sesto e ultimo gruppo di domande, la Commissione si pone l’esigenza di rendere più trasparente la promozione dei prodotti assicurativi vita finanziari. Le imprese di assicurazione o gli intermediari che propongono polizze vita finanziarie (PRIPs) dovranno necessariamente garantire che il cliente riceva informazioni per quanto riguarda la remunerazione (rendendo evidente la differenza tra il premio versato e la parte realmente investita del premio). L’orientamento è quello di prevedere strutture di remunerazione che non dovranno avere un impatto rilevante sulla capacità degli intermediari di agire nel miglior interesse del cliente, strutturando la remunerazione in modo tale da evitare o gestire in modo efficace i conflitti di interesse che possono sorgere.

Domande: Quali sono le sfide concrete che pensi dovrebbero essere affrontate quando si elabora una nuova normativa sulla distribuzione delle PRIPs assicurazione? Quali sono le più importanti questioni pratiche da prendere in considerazione quando si applica il parametro di riferimento MiFID per la vendita di PRIPs?

Tutti gli interessati sono invitati dalla Commissione a rispondere alle domande poste nel documento di consultazione. In particolare c’è da aspettarsi che Le associazioni degli intermediari saranno particolarmente attive nel partecipare alla pubblica consultazione, così da risolvere a livello comunitario ciò che ha trovato mille difficoltà di soluzione in ambito nazionale. L’invito ad essere il più specifici possibile nelle risposte, illustrando le posizioni con esempi concreti e di individuare, ove possibile, la natura e la dimensione degli eventuali costi e dei benefici connessi; è certamente un occasione ghiotta per affrontare i nodi della Regolamentazione Isvap al Codice delle Assicurazioni e rappresentare in sede Ue le eccezionalità previste dall’Autority nostrana.

La pubblica consultazione si chiude il prossimo 31 gennaio 2011. Le risposte dovranno essere inviate a markt-h2@ec.europa.eu.

La direzione generale della Commissione europea ha organizzato un convegno pubblico per la presentazione della pubblica consultazione per la revisione della Direttiva sulla Mediazione Assicurativa, Venerdì 10 dicembre 2010, dalle 09:00 alle 18:00 a Bruxelles, in rue Froissart, ed alla presenza delle associazioni degli intermediari di assicurazione, imprese di assicurazione, Ceiops e associazioni dei consumatori.

Cordiali saluti.

Paolo Bullegas

lunedì 29 novembre 2010

Terminato il giro d'Italia, parte la protesta Sna















Newsletter Anno VIII - n°368 - 29 Novembre 2010



Cari Colleghi,
il Sindacato Nazionale Agenti di assicurazione con la tappa di Oristano chiude il giro d’Italia delle iniziative sindacali. Undici tappe sul territorio per stare vicino alla categoria non solo per illustrare le iniziative programmate, ma anche per ascoltare i suggerimenti proposti.

Mossi dalle comuni difficoltà che investono le imprese agenziali, gli agenti di assicurazione si sono stretti intorno al Sindacato Nazionale Agenti con evidente desiderio di ricercare nell’unità d’intenti una soluzione alle svariate problematiche di tenuta delle proprie imprese.

Uno dei dati più significativi è da registrarsi soprattutto nelle nuove adesioni perfezionate durante gli incontri. Una manifestazione di sostegno che porta in se l’orgoglio di appartenenza, e la voglia di rilanciare l’unità della categoria per la difesa del suo ruolo professionale nella società.

Nelle assemblee un nuovo clima di rivincita trovava il giusto spazio negli interventi che si sono susseguiti, non senza qualche nota critica. In questo contesto sono state sciorinate le iniziative che vedrà impegnata tutta la categoria agenziale a partire dal prossimo 2 dicembre.

Un articolato programma di dodici iniziative su tre livelli: interne, esterne, e irreversibili, è quanto è stato presentato; il tutto corroborato da un’attività di lobbying continua per sensibilizzare il mondo politico e sollecitare adeguati interventi legislativi.

Lo Sna c’è, ed è pronto ad affrontare la sfida si è detto. Consapevoli delle difficoltà e con rinnovato entusiasmo ci si appresta a manifestare in primis all’Ania la necessità di ridiscutere lo status dell’Agente di assicurazione. Status disegnato dal legislatore europeo prima e quello nazionale poi: Agente indipendente e plurimandatario, consigliere del cliente e partner dell’impresa che nell’innovazione orienta le proprie strategie di sviluppo.

Tutto è pronto. Si parte con una conferenza stampa indetta per giovedì 2 dicembre a Roma in Piazza Belli; l’appuntamento è al palazzo della Confcommercio al quale Sna aderisce fin dal 1990. Al cospetto delle autorità politiche e sociali saranno contestate le pesanti e crescenti ricadute sulle tariffe RC Auto e sul sistema sociale del Paese; l’aumento spropositato delle tariffe RC Auto; le azioni di disdetta di polizze assicurative e l’abbandono del territorio da parte di talune compagnie; l’incidenza dei fenomeni di frode e di speculazione; la mancata concorrenza del mercato assicurativo.

Alla conferenza stampa saranno presentate quindi le principali azioni sindacali a tutela dei consumatori e della professionalità agenziale. Hanno confermato la propria partecipazione:
Carlo SANGALLI, Presidente CONFCOMMERCIO
Giovanni METTI, Presidente Nazionale SNA
Angelo GREGORIO, Coordinatore Azioni Sindacali SNA
Carlo PILERI, Segretario Nazionale ADOC
Fabrizio PREMUTI, Esperto Assicurazioni ADICONSUM
Mauro NOVELLI, Segretario Nazionale ADUSBEF
Paolo MARTINELLO, Presidente ALTROCONSUMO
Francesco AVALLONE, Vice Presidente Naz.le FEDERCONSUMATORI
Antonio LONGO, Presidente MOVIMENTO DIFESA DEL CITTADINO

Cordiali saluti.

Paolo Bullegas

lunedì 15 novembre 2010

Altroconsumo mette a nudo una consulenza bancaria discutibile











Newsletter Anno VIII - n°367 - 15 Novembre 2010


Cari Colleghi,
il conflitto di interessi in banca è stato messo a nudo nell’inchiesta pubblicata da Altroconsumo questo mese. Armati di telecamera nascosta sono stati visitati 80 sportelli bancari di Milano Roma e Torino, e le sorprese non sono mancate. Nessuna intervista preventiva per capire le esigenze, nessuna domanda per valutare il livello di conoscenza dei prodotti finanziari, consigli alla cieca, questo è il disarmante esito dell’indagine.

Otto banche su dieci non hanno consegnato il prospetto informativo, obbligatorio per legge sui prodotti di investimento proposti, in barba alla nuova Mifid in vigore da tre anni. L'Unione Europea ha emanato la Direttiva con l’intento di rafforzare la tutela degli investitori, aumentare la trasparenza degli strumenti finanziari, la concorrenza e l'efficienza dei mercati dei capitali: Obiettivo mancato a guardare i dati dell’inchiesta.

Altroconsumo nel mese di luglio, vestiti i panni di 4 risparmiatori con profili molto diversi tra loro per obiettivi di investimento, orizzonti temporali e livelli di rischio, ognuno si è presentato presso 20 agenzie bancarie con lo scopo di ottenere una consulenza di come investire i propri risparmi.

In un caso si voleva investire 20.000 euro, senza rischiare e con il desiderio di riprendere possesso del capitale nell’arco di 18 mesi. Nelle 20 banche visitate a Milano sono stati consigliati 26 prodotti, ma solo 3 erano adatti al profilo dell’investitore, hanno proposto obbligazioni bancarie e polizze vita non adatte. Ma il vero problema sta soprattutto nell’assenza di una valutazione dell’adeguatezza e dell’appropriatezza del prodotto proposto rispetto alle esigenze del cliente. Senza considerare che in troppi casi non è stata consegnata la prescritta documentazione; prospetti informativi fondamentali per far comprendere il grado di rischio e l’orizzonte temporale, in particolare nell’offerta di prodotti strutturati.

Ma anche consigli di investimento divergenti dalle esigenze del cliente, con larga offerta di polizze di bancassicurazione e di titoli obbligazionari emessi dalla stessa banca: significativi del conflitto di interessi al quale sono sottoposti gli addetti alla consulenza. Così la Mifid in vigore dal 2007 in tutti gli Stati dell'Unione Europea è superata dalla prassi consolidata, e addio tutela degli investitori. Dimenticate le regole generali per la gestione dei conflitti d'interesse si fa strada la logica dei premi per il personale al raggiungimento dei budget. Una pratica che fa emergere tutti i limiti di un sistema premiante per il piazzista, piuttosto che per il consulente.

Torna facile la memorabile la frase del presidente dell’Ina Antonio Longo, rivolta all’allora presidente dell’Abi: “ognuno faccia bene il proprio mestiere”.

Cordiali saluti.

Paolo Bullegas

lunedì 8 novembre 2010

Il critico combined ratio 2009 non frena i compensi dei manager




















Newsletter Anno VIII - n°366 - 08 Novembre 2010



Cari Colleghi,
la misura di redditività utilizzata da una compagnia di assicurazioni, indicatore della buona amministrazione del business assicurativo, è data dal valore del combined ratioQuesto nelle compagnie di assicurazione è una percentuale che fotografa esattamente l’andamento dell’azienda, perché non include i redditi degli investimenti e quindi comprende solo il profitto conseguente le attività gestionali tecniche.

Un rapporto inferiore al 100% indica che la società sta facendo profitti, mentre un rapporto superiore al 100% significa che la gestione così detta tecnica è compromessa da conti non in equilibrio. In ogni caso, va tenuto in considerazione che un combined ratio al di sopra del 100%, non sempre significa che una società non realizzerà comunque un profitto, questo perché il rapporto non include i proventi ricavati dalla gestione degli investimenti.

Dando un’occhiata ai rapporti dei combined ratio 2009 delle prime 50 imprese di assicurazione italiane pubblicato nell’Atlante delle assicurazioni (pagina 22), in edicola abbinato a Italia Oggi o MF, c’è davvero da restare più che perplessi, giacché solo in 4 casi su 50 possiamo leggere un valore di combined ratio sotto quota 100%.

La palma d’oro spetta a Duomo Unione che registra un rapporto pari a 90,9, a seguire Ergo assicurazioni (94,1) Eurizon Tutela e Cardif assicurazioni (96,2), mentre per tutte le altre 46 imprese di assicurazione il valore di combined ratio supera largamente il 100%. I peggiori valori di combined ratio sono senza dubbio quelli di Popolare Vita e Zurich life, rispettivamente 791,7 e 513,1; mentre la media farebbe impallidire pure l’investitore più sprovveduto.



Valori di combined ratio non giustificati - come sostenuto - dalla crescita dei sinistri; motivi che vanno ricercati altrove, giacché ad esempio, il più discusso loss ratio (rapporto sinistri a premi) del ramo Rcauto, si è attestato nel 2009 ad un valore prossimo al 89%, ed in più non si possono portare in causa le spese di intermediazione delle agenzie di assicurazione, scese ai minimi storici, come ben conosciuto dagli Agenti, che hanno certamente mal digerito la lettura delle pagine dell’Atlante delle assicurazioni dedicate ai compensi, stipendi, benefit e bonus, erogati ai manager delle imprese di assicurazione.

In testa alla particolare classifica svettano i manager delle assicurazioni Generali (combined ratio 112,9), Antoine Bernheim, Giovanni Perissinotto e Sergio Balbinot hanno ricevuto nel 2009 rispettivamente 5.084.597 euro, 3.722.462 euro, 2.931.923 euro; seguiti a breve distanza da Fausto Marchionni, (Fondiaria-Sai e Milano) che ha percepito la modesta cifra di 3.656.569 euro, nonostante la gestione non certo brillante (combined ratio 116,5 Fondiaria-Sai - 109,1 Milano).

Il contrasto con la situazione delle imprese agenziali si fa marcato, infatti da tempo le rappresentanze della categoria hanno sollecitato le imprese, riunite nell’Ania, per aprire un dialogo sul futuro della distribuzione assicurativa e per individuare soluzioni condivise. Appelli rimasti senza risposta.

Così il Sindacato Nazionale Agenti di assicurazione ha deciso di alzare i toni della protesta con un programma di azioni sindacali che coinvolgerà l’intera categoria. Il Presidente nazionale Sna, Giovanni Metti, e il Presidente del Comitato dei Gaa Sna, Roberto Salvi, hanno iniziato da Foggia un giro d’Italia per condividere un percorso articolato di iniziative che puntano ad una sollecita soluzione delle rivendicazioni dell’Associazione agenti.

Gli appuntamenti Sna sul territorio:
08 Novembre FOGGIA - Palazzo Dogana sala del Tribunale, P.zza XX Settembre 20 - Tel.0881/7911
09 Novembre NAPOLI - Hotel Royal Continental, Via Partenope 38/44 - Tel. 081/7644621
10 Novembre ROMA - Coutryard by Marriott, Via Portuense 2470 (vic.Fiumicino) - Tel. 06/99935854
11 Novembre FIRENZE - Hotel Londra, Via J. Da Diacceto 16/20 - Tel. 055/27390
15 Novembre BOLOGNA - Boscolo Tower, Viale Lenin 43 - Tel. 051/76005555
16 Novembre TORINO - Centro Congressi Lingotto sala Londra, Via Nizza 280 - Tel. 011/6311702
17 Novembre MILANO - Unioncamere sala Orlando, C.so Venezia 47 - Tel. 02/7750455
18 Novembre BRESCIA - Sede CCIAA sala Ridotto, Via Einaudi 23 - Tel. 030/37251
19 Novembre VENEZIA - Laguna Palace, Viale Ancona 2 - Tel. 041/8296111
24 Novembre PALERMO - CCIAA sala Terrasi, Via Emerico Amari 11 - Tel. 091/6050111
25 Novembre DONIGALA FENUGHEDDU (OR), Centro Congressi Rimedio, Via Oristano 8 - Tel.0783/33076
Orario incontri: dalle ore 14,30.

Cordiali saluti.

Paolo Bullegas

lunedì 25 ottobre 2010

Libretto rosso Quattroruote mette in evidenza rincari paurosi










Newsletter Anno VIII - n°365 - 25 Ottobre 2010



Cari Colleghi,
in allegato al mensile Quattroruote di novembre, il libretto rosso delle assicurazioni auto, una raccolta di tariffe ragionata che mette a nudo una situazione complessa soprattutto al sud.

Confrontate 19.000 tariffe auto ed un risultato complessivo che si conclude con una crescita media del 25% dei premi assicurativi rispetto al 2009. Questo il dato medio. Analizzando la crescita dei premi delle compagnie dirette rispetto alle tradizionali si scorge una grossa divergenza nella politica dei prezzi: l’aumento medio delle compagnie tradizionali, che si avvalgono delle reti di intermediari professionali, infatti è cresciuto fino al 28,7%; mentre per le compagnie dirette, che operano via internet o al telefono, l’aumento medio si ferma al 17,3%. Aumenti che secondo l’autorevole mensile non sono certo giustificati dal maggiore massimale di garanzia previsto dalla nuova normativa di origine europea.

Ma per gli automobilisti residenti al sud la situazione dei premi è ancora più grave, nel capoluogo partenopeo è stato registrato un aumento anche del 170% in un solo anno per un giovane di 24 anni; La punta tariffaria più elevata è quella di 6.138 euro, richiesta per un anno di assicurazione. Tra le province con i maggiori incrementi ci sono anche Roma, Pistoia e Genova, e se prima a fare le spese con tariffe salate c’erano solo i diciottenni neopatentati, oggi il gruppo dei tartassati si allarga fino anche ai ventottenni.

Ma questa impennata dei prezzi non è l’unica iniziativa delle imprese assicuratrici: disdette massive dei contratti è quanto deciso ad esempio dall’Ina Assitalia del gruppo Generali; altre imprese hanno semplicemente chiuso baracca e burattini. Chiusi centri di liquidazione danni e Agenzie, le imprese rinunciano al loro ruolo sociale al sud per dedicarsi a territori più redditizi.

Di mutualità neanche a parlarne. A farne le spese oltre i consumatori anche gli Agenti professionisti che si trovano tra le mani un pugno di mosche. Neanche l’ombra di mandati integrativi per applicare la legge 40 Bersani sul plurimandato, mentre si moltiplicano i casi di liberalizzazione forzata di interi portafogli, con la conseguente impossibilità a trovare collocazione, ma anche revoche del mandato agenziale immotivate stanno diventando ordinaria amministrazione.

Il Sindacato Nazionale Agenti intende reagire a questi comportamenti. In programma un giro d’italia che partirà da Bari il prossimo 8 novembre e terminerà a Oristano il 25, per illustrare le iniziative a supporto e a sostegno delle rivendicazioni sindacali.


Cordiali saluti.

Paolo Bullegas

lunedì 11 ottobre 2010

Bancassicurazione e Mutui alla resa dei conti








Newsletter Anno VIII - n°364 - 11 Ottobre 2010



Cari Colleghi,
è attesa per mercoledì 13 ottobre la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale che dovrà decidere in merito al ricorso presentato da Abi, Assofin e altre società finanziarie contro il Regolamento 35 emanato dall’Isvap lo scorso mese di maggio.

Nonostante le svariate pressioni e le attività di lobbying per frenare l’Isvap sul provvedimento che avrà effetto dal 1 dicembre prossimo, sembra che la tutela dei consumatori abbia prevalso, e sarà il Tar ad emettere la decisione.

In discussione ci sono oltre 1 miliardo di commissioni annue pagate dai clienti che insieme all’attivazione di un mutuo sono gentilmente invitati alla stipula di garanzie assicurative di cui beneficiario è il medesimo istituto finanziatore e intermediario allo stesso momento. Una pratica andata avanti per decenni e che ha fruttato miliardi di euro al sistema della bancassicurazione.

Alta tensione a Palazzo Altieri, sede Romana dell’Associazione Bancaria Italiana. Il giro d’affari è molto elevato, per le banche si traduce in commissioni annue che potrebbero diventare solo un ricordo. L'Autorità di Vigilanza sulle Assicurazioni sembra tranquilla delle sue ragioni, ma i ricorrenti tentano la carta delle obiezioni procedurali, mettendo in evidenza che l’articolo 52, quello che ha introdotto il divieto di intermediazione, costituisce una innovazione rispetto a quanto posto in pubblica consultazione.

Ma le ragioni dell’Istituto sul conflitto di interessi sono giustificate dagli imponenti costi al quale sono sottoposti i sottoscrittori dei mutui. Le commissioni elevatissime, al quale sono costretti i mutuatari arrivano anche a costare fino all'80% del premio versato, e non sono certo giustificate dal servizio offerto al cliente, afferma Flavia Mazzarella, Vice Direttore Generale Isvap. L’Istituto ha anche accertato che paradossalmente, le polizze collettive, usate dalle banche, costano di più di quelle individuali. È quanto rilevato dall’Istituto sulle polizze temporanee caso morte che vengono richieste quando si sottoscrive un prestito o un mutuo. Le banche trattengono in media provvigioni del 49%. In uno dei casi rilevati, per un mutuo di 200mila euro, è stato chiesto un premio di 8.660 euro di cui 4.330 erano provvigioni. E nel caso di un prestito di 30 mila euro la polizza è costata 800 euro ma 660, ovvero l'83%, erano solo commissioni. Non ci sono ragioni che possano giustificare questi caricamenti, prosegue Mazzarella.

Ora spetta al Tar pronunciarsi. Gli Agenti di assicurazione, sempre al fianco dei propri clienti consumatori, si augurano che la decisione non sia dettata da cavilli burocratici ma orientata alla preminente tutela dei cittadini.

Cordiali saluti.

Paolo Bullegas