martedì 25 maggio 2010

L'Antitrust fa sul serio, aperta indagine sulla Rcauto












Newsletter Anno VIII - n°354 - 24 Maggio 2010



Cari Colleghi,
l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), avvia un’indagine sui prezzi delle assicurazioni auto obbligatorie.

La notizia di un intervento dell’AGCM non è inaspettata. Da tempo le associazioni consumeristiche denunciano gli esagerati aumenti della Rcauto. I premi assicurativi sempre più salati, soprattutto per alcune aree del paese, stanno mettendo in difficoltà le famiglie, ed a rischio la possibilità stessa di poter coprire il rischio per molte di queste. Ma l’autorità intende fare chiarezza, decisa a comprendere quali siano i motivi di una crescita delle tariffe medie di circa il 15%, con punte di oltre il 30%, registrata nell’ultimo anno; e questo nonostante i numerosi interventi legislativi e regolatori degli ultimi cinque anni, tutti finalizzati a rendere il comparto più competitivo.

L’Autorità guidata da Antonio Catricalà sembra fare molto sul serio, considerato che desidera analizzare l’andamento dei prezzi effettivi e dei costi del settore, ed in particolare la procedura di risarcimento diretto che dopo tre anni di applicazione non ha portato l’attesa riduzione. Andando ad ipotizzare introduzione di correttivi per rimuovere tutti gli eventuali ostacoli che impediscono la piena concorrenza. Ma saranno sotto osservazione anche le diverse politiche di controllo dei costi dei risarcimenti adottate dalle compagnie, le politiche commerciali effettuate in termini di ristrutturazione dei portafogli clienti, le aree del territorio nazionale coperte, tipologie di veicoli assicurati e rischi assunti, ed i conseguenti effetti sulla domanda e sul confronto competitivo dell’offerta.

Da parte sua l’Ania nega che ci sia un’emergenza Rcauto, ed accusa l’ex Ministro delle Attività Produttive, Pierluigi Bersani, di aver introdotto norme che hanno prodotto la crescita dei costi. Il Presidente dell’Associazione dell’industria assicurativa, Fabio Cerchiai, ha anche puntato l’indice verso il Tribunale di Milano che ha adottato nuove tabelle di risarcimento per le grandi invalidità, poi fatte proprie da molte altre sedi giudiziarie. Mentre il provvedimento parlamentare che ne avrebbe dovuto regolamentare la materia è rimasto fermo, così come si è fermata la proposta dell’agenzia antifrode.

L’Isvap dal canto suo, ha criticato la politica dei rincari adottata dalle compagnie, ed ha avviato una propria specifica indagine sulla consistenza ed efficienza delle strutture liquidative delle imprese; considerate la principale leva di controllo diretto dei costi e dei prezzi praticati. Gli esiti dell’indagine e le iniziative d’intervento correttivo sono al vaglio dell’Autorità di Vigilanza, e si presume che saranno rese pubbliche in occasione della consueta relazione annuale prevista il prossimo 8 giugno.

La Rcauto è sempre stata caratterizzata dalle polemiche. E le politiche industriali altalenanti, messe in atto dalle imprese, non hanno fornito elementi di stabilità. In differenti periodi storici l’assicurazione obbligatoria degli automobilisti è stata trattata da cenerentola, per poi essere promossa a ramo di primaria importanza strategica. Le imprese hanno fatto susseguire politiche commerciali a volte disinteressate ed altre volte aggressive. E la distribuzione professionale agenziale ben poco o niente ha potuto fare, privata della possibilità pratica di poter fare veramente la differenza con la propria consulenza professionale. Rinchiuse in rapporto monomandatario, per mancanza di disponibilità delle imprese al rilascio di mandati integrativi, le agenzie non sono in grado di rispondere adeguatamente alle richieste di maggiore concorrenza, sottratte della opportunità competitiva aperta dalle Leggi 248/2006 e 40/2007, le famose Leggi Bersani.

L’Unica concorrenza che conoscono le agenzie è quella delle compagnie dirette, Attaccate quotidianamente da campagne stampa, pure discutibili, le agenzie soffrono la persistente perdita di quote di mercato, e si badi bene che queste iniziative sono orientate soltanto a favore quella nicchia di clienti più profittevoli. Quelli che dispongono di profili di rischio molto contenuti e che vengono progressivamente scippati alla distribuzione professionale, con proposte di risparmio fino anche del 50%. Quota ben al di sopra dei costi dell’intermediazione professionale, e che dimostra, se ve ne fosse ancora bisogno, la produttività dello stesso rischio per l’impresa.

Tra le altre conseguenze, c’è quella che alle agenzie restano i clienti meno profit, con caratteristiche di rischio meno attraenti per le imprese dirette; clienti al quale si chiedono aumenti tariffari smisurati per equilibrare un rapporto Sinistri/Premi instabile. Clienti che ricercano possibilità di risparmio per loro inesistenti. Così i rapporti S/P delle agenzie crescono e nulla sembra che si possa fare, oltre che aumentare la loro tariffa. Ma come tacere sulle campagne pubblicitarie che si susseguono alternandosi su tutti i media. In questi giorni è in onda il claim di una diretta che recita “meno spesa, più servizio” lasciando intendere la possibilità di ricevere di più, a prezzi decisamente più bassi. Insomma, roba che: “se non ti assicuri con noi, sei proprio cretino”. Ora, considerato che questa campagna è messa in onda da una compagnia diretta appartenente ad un gruppo assicurativo con la maggiore quota di mercato nella Rcauto (circa il 23%), quasi 1 cliente su 4 è evidentemente già assicurato presso il gruppo, questa pratica assume le vesti del paradossale. La conclusione è quella di spogliare le agenzie dei loro migliori clienti, puntando dritti verso il chiaro disegno della disintermediazione professionale. Si sollecita il pubblico a spendere meno, per la polizza Rcauto, rispetto a quanto 1 cliente su 4 già paga presso le “proprie” agenzie, ed in più promettendo un servizio migliore rispetto a quello delle stesse proprie agenzie professionali. Evidentemente ce ne sarebbe abbastanza per interrompere qualsiasi rapporto industriale tra Gruppi aziendali agenti e Imprese. Ai Gaa spetta dunque rilanciare le proprie rivendicazioni, piuttosto che sottoscrivere patti di fedeltà, che le agenzie soffrono; insani accordi che allungano spesso l’agonia ma che non sanano i conti sempre più in rosso.

Ed allora è benvenuta la notizia dell’indagine sui prezzi delle assicurazioni auto obbligatorie. Perché sia fatta luce su tutti gli aspetti distorsivi posti in essere, e siano individuati gli elementi che ostacolano comportamenti pro-concorrenziali. A partire dalla piena applicazione del plurimandato agenziale entrato nel nostro ordinamento dal 2006, e che stenta a decollare. Impegnando le imprese, in questo senso, a diffondere la cultura della concorrenza. Ma anche migliorando le norme sui trust. La ricerca e l’analisi presentata da Claudio Demozzi, componente l’Esecutivo Nazionale Sna - durante il Road Show conclusosi lo scorso 7 maggio alla tappa di Firenze - ha posto bene in evidenza le criticità del mercato nostrano, tra le quali svetta l’atipica concentrazione rispetto ai Paesi Europei esaminati. I primi cinque gruppi assicurativi controllano in Italia il 71% del mercato, contro il 42% del mercato Tedesco, 44% della Spagna, e ancora contro il 49% controllato dai primi cinque gruppi operanti nel Regno Unito, dove però opera una realtà come quella dei Lloyd’s, con 1.017 imprese attive nel 2008; contro le 243 imprese Italiane, su popolazione simile.

Cordiali saluti.

Paolo Bullegas

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