lunedì 5 maggio 2008

Gli Agenti leader assicurativi dei rami danni








Newsletter Anno VI° - n°17 - 05 Maggio 2008



Cari Colleghi,
il canale agenziale conferma la propria posizione leader nella distribuzione assicurativa dei rami danni. Lo conferma il Servizio di statistica dell’Isvap, nella sua lettera circolare dedicata ai premi lordi contabilizzati a tutto il quarto trimestre 2007 dalle Imprese di assicurazione nazionali e dalle Rappresentanze generali per l’Italia delle imprese di assicurazione estere.

Con l’84,6% le agenzie dominano la distribuzione totale danni, in leggero incremento rispetto all’anno precedente, era l’84,4 nel 2006. La percentuale cresce al 90,9% nella intermediazione della sola Rca (91,4 nel 2006).

Segue il canale dei Brokers con un intermediato nei rami danni del 7,2% (7,3% nel 2006) di cui 2,1% nella Rca (1,8% nel 2006).

Al terzo posto nella classifica dei canali distributivi si collocano le “altre forme di vendita diretta” che comprendono il canale telefonico e internet. La modesta quota di mercato intermediata da canali diretti è del 3,7%, in decremento rispetto al 2006 (3,9%). Nella Rca i canali diretti nel 2007 hanno intermediato il 4,68%, praticamente invariato rispetto all’anno precedente, era 4,71% nel 2006.

In coda alla classifica, le irrilevanti percentuali intermediate dalle agenzie in economia e gerenze che hanno intermediato il 2,67% dei rami danni di cui l’1,2% nella Rca; infine gli sportelli bancari ed i promotori finanziari che hanno intermediato rispettivamente 1,7% e lo 0,08% dei rami danni di cui 1,13% nella Rca per gli sportelli bancari, diversamente non risulta significativa la quota Rca intermediata dai Promotori finanziari.

Complessivamente il portafoglio danni, che totalizza 37.676,3 milioni di euro, cresce dell’1,3% (-0,4% in termini reali) con un’incidenza del 38% sul portafoglio globale (34,9% nel 2006). Il portafoglio premi dei rami R.C. veicoli terrestri e marittimi, ammonta complessivamente a 18.239,9 milioni di euro (-1% rispetto al 2006).

Tra gli altri rami danni, quelli con raccolta più elevata sono: Corpi di veicoli terrestri e R.C. generale con l’8,7% (rispettivamente 8,6% e 8,7% nel 2006), Infortuni con l’8,5% (8,3% nel 2006), Altri danni ai beni con il 6,8% (6,7% nel 2006), Incendio ed elementi naturali con il 6,2% (6,3% nel 2006) e Malattia con il 5,4% (4,9% nel 2006).

Diversamente è andata per i premi vita, pari a 61.439,7 milioni di euro nel 2007, registrano un decremento dell’11,4% (-12,9% in termini reali), con un’incidenza sul portafoglio globale vita e danni che si attesta al 62% (65,1% nel 2006).

Osservando la ripartizione per canale distributivo dei premi vita, gli sportelli bancari e postali intermediando il 58,4% del portafoglio vita (59,5% nel 2006) evidenziano una notevole battuta d’arresto con 35.391,5 milioni di euro di premi lordi contabilizzati, a fronte dei 41.060,6 milioni di euro dell’anno precedente, segnando una variazione negativa del -13,8%. Seguono le agenzie con mandato che intermediando il 20,9% dei premi lordi contabilizzati vita, crescono di oltre 1 punto rispetto al 19,8% dei premi 2006; rincorrono le agenzie in economia e le gerenze (10,2% rispetto al 10,9% nel 2006), i promotori finanziari (8,6% rispetto all’8,3% nel 2006), i brokers (1,4% rispetto allo 0,9% nel 2006) e le altre forme di vendita diretta (0,5% rispetto allo 0,6% nel 2006).

Complessivamente la raccolta premi realizzata dalle imprese nazionali e dalle rappresentanze in Italia di imprese extra Spazio Economico Europeo, durante l’anno 2007 ammonta a 99.116 milioni di euro, con un decremento del 7% nei confronti del 2006 (-8,6% in termini reali, considerata l’inflazione rilevata dall’Istat.

Questi dati evidenziano una stagnazione del settore che riflette la crisi economica più generale del paese. Mentre vi è una sempre più accentuata fetta di consumatori che non riesce ad arrivare alla fine del mese, nelle agenzie assicurative si ricercano soluzioni per far quadrare i conti che non tornano più; alla ricerca di una redditività che, massacrata dai costi derivanti in gran parte dalle incombenze trasferite dalle imprese e da norme regolamentari inutili quanto dannose, impoveriscono il tessuto imprenditoriale ed inoltre mettono in serio pericolo anche la conseguente tenuta occupazionale.

Cordiali saluti.

Paolo Bullegas

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